«Sì, certo che vogliono un salario più alto»

Colloquio con i collaboratori

«Sì, certo che vogliono un salario più alto»

27 maggio 2022 agvs-upsa.ch – I colloqui con i collaboratori che avete nella vostra azienda sono ripetutamente infruttuosi? Così non va. Nel corso Business Academy UPSA di Roland Gasche, dedicato a questo tema, i garagisti imparano come si imposta un dialogo mirato e perché le checklist sono inutili. 
 
Dialogate con i vostri collaboratori
Iscrivetevi a uno dei prossimi corsi UPSA Business Academy, «Dialogo, il nuovo colloquio con i collaboratori», che Roland Gasche organizza dal 2018. Il prossimo corso in tedesco si terrà: giovedì 25 agosto 2022 alla Mobilcity di Berna.

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Fonte: Istock

cym. In molte aziende è consuetudine svolgere una volta all’anno un colloquio con il personale. Su questa prassi non c’è nulla da obiettare. Ma un colloquio che non porta a nulla può creare frustrazione a entrambe le parti. I garagisti corrono inoltre il rischio di utilizzare checklist   spuntando i temi trattati proprio come se si trovassero in officina. Ma le cose non sono così semplici, perché: «Abbiamo a che fare con esseri umani» afferma Roland Gasche, co-titolare della società di consulenza Ashanti AG di Kirchberg BE. Dal 2018 tiene un corso di una giornata dal titolo «Dialogo, il nuovo colloquio con i collaboratori» in cui fornisce consigli, mette a disposizione documenti e trasmette messaggi motivanti per riuscire un colloquio.

All’inizio, racconta Gasche, i partecipanti si lamentano spesso del fatto che i collaboratori chiedono ogni anno un salario più alto.  A queste osservazioni risponde in genere con molta tranquillità: «Sì, certo che vogliono un salario più alto». I sondaggi mostrano che l’aspetto salariale non è fra i più importanti: la presenza di obiettivi chiari, un buon ambiente e i rapporti interpersonali sono ragioni che hanno un peso molto maggiore sulla decisione di rimanere in un’azienda o andarsene. Se questi punti però non quadrano, allora, è convinto Gasche, affiora subito il problema del salario. 

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Per i collaboratori che chiedono ogni anno un salario più alto in occasione del tradizionale e obbligatorio colloquio, Roland Gasche, responsabile del corso e co-titolare della società di consulenza Ashanti AG, ha una risposta pronta. Fonte: UPSA-Médias

L’obiettivo principale è creare un’atmosfera in cui ci si senta a proprio agio. Ma non è tutto: un colloquio lascia infatti l’amaro in bocca ai collaboratori anche quando è unilaterale e inconcludente afferma Gasche. È importante definire insieme gli obiettivi annuali. Tuttavia «Non serve a molto avere un colloquio dopo un anno e cercare il colpevole se gli obiettivi non sono stati raggiunti». Tra un colloquio e l’altro bisogna sempre puntare al dialogo, per esempio tramite colloqui spontanei in azienda o un invito a pranzo. Una comunicazione leale e trasparente e il rispetto e la fiducia sono fattori determinanti. «Come si suol dire, energicamente nella sostanza, dolcemente nei modi» riassume Gasche. 

L’obiettivo è indurre l’interlocutore a partecipare al colloquio. «Bisogna interessarsi all’opinione dei collaboratori e chiedere cosa piace loro all’interno dell’azienda o cosa si può migliorare come superiori» Gasche chiama questo atteggiamento «occuparsi dei collaboratori». «Si tratta di un compito di grandissima importanza per un dirigente: chi dice di non avere tempo per assumerselo dovrebbe chiedersi se non sarebbe più opportuno che ricoprisse una posizione diversa all’interno dell’azienda» spiega Gasche. Prendere in considerazione gli altri significa anche osservare e porre domande. Oggi i giovani sono fatti in modo diverso: «Vogliono avere voce in capitolo, partecipare attivamente e non semplicemente eseguire ordini».

Anche l’orario generale o le regole in vigore in azienda possono essere definiti senza dare l’impressione di trovarsi di fronte a un superiore seduto su un piedistallo. Un modo semplice è lasciare che siano i collaboratori a risolvere un problema. «Se la sala pause non viene ripulita come si deve, si può chiedere loro di elaborare una proposta su come riuscirci in futuro» spiega Gasche. L’aspetto positivo è che non ci si deve preoccupare di scegliere una soluzione e controllare se viene attuata. «I collaboratori decidono, i collaboratori mettono in pratica». Di norma questo approccio dà risultati molto migliori. 

Un’altra domanda frequente posta dai partecipanti al corso è: come deve presentarsi il questionario di un colloquio? «Il questionario è composto sempre di tre pagine» dice Gasche. Una riguarda il passato, una il presente e una è dedicata al futuro, e più specificamente al raggiungimento degli obiettivi fissati insieme. Alcuni esempi vengono discussi nel corso. 
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