Meglio riparare che sostituire
Meglio riparare che sostituire
sco. A causa della pandemia di coronavirus si profila una recessione. Tuttavia, per quanto riguarda la durata e l’entità del danno economico che ne deriverà, sia tra gli economisti che tra i rappresentanti del settore dei fornitori emergono opinioni discordanti. «L’attuale crisi avrà certamente ripercussioni a medio e lungo termine per l’intera industria automobilistica», dichiara Sébastien Moix, direttore marketing di Swiss Automotive Group. In questo momento risulta però difficile individuare un trend. Lo conferma Giorgio Feitknecht, CEO dell’ESA: «Nessuno oggi è in grado di prevedere con precisione l’impatto economico e sanitario a medio e lungo termine della pandemia».
Sébastien Moix.
Dagli esperti economici della Berna federale, torniamo ora «sul fronte» del settore svizzero dell’auto. «Riteniamo che una tendenza alla normalizzazione sia già profilata dopo lo shock iniziale di metà aprile», afferma Marcel Stocker, responsabile del settore Automotive di Hostettler Autotechnik AG. Ma anche Stocker si aspetta una «transizione più lunga e graduale verso la normalità».
Giorgio Feitknecht.
Marcel Stocker.
Anche Sébastien Moix fa riferimento all’enorme capacità di stoccaggio del deposito centrale SAG a Niederbipp, con i suoi 24’000 metri quadrati: «Ci ha permesso di reagire a questa crisi. Finora non abbiamo riscontrato alcuna difficoltà di consegna per quanto riguarda il nostro assortimento principale». Sono soprattutto i fornitori italiani ad aver subito ritardi, come sostiene Ferdinand Smolders di KSU A-Technik: «Grazie al nostro magazzino ricambi, abbiamo in scorta i principali pezzi soggetti a usura». Anche l’ESA è ben organizzata in termini di materiali di consumo, rivela Giorgio Feitknecht. Fanno eccezione le mascherine e i disinfettanti, ma nelle prime settimane dopo il lockdown erano merce rara non solo per l’ESA.
Gregor Eckert di UGS prevede un aumento della domanda di ricambi nelle prossime settimane. «I veicoli che si sono dimostrati validi, ma che sono ormai ‹fuori combattimento›, potrebbero essere riparati anziché sostituiti». Questo perché, secondo Eckert, i tempi di consegna delle auto nuove aumenteranno sicuramente dopo la chiusura dei grandi stabilimenti di produzione: «Anche l’economia nazionale avrà infine ripercussioni sulla nostra attività». In altre parole: vista l’incombente recessione, i consumatori sono ancora disposti ad acquistare un’auto nuova? O quella vecchia dovrà resistere ancora qualche anno? Eckert dichiara: «La pandemia di coronavirus ci ha insegnato che ciò che è impensabile oggi può diventare realtà domani».
Gregor Eckert.
Una cosa è certa: anche in questi tempi difficili, il settore dei fornitori si è rivelato un partner affidabile per i garagisti svizzeri.
Ferdinand Smolders.
Fonte: Media UPSA
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