Conferenza annuale auto-suisse
Mobilità elettrica: stiamo mancando un’opportunità?
9 marzo 2023 agvs-upsa.ch – Alla conferenza annuale di auto-suisse, gli importatori svizzeri di automobili hanno sottolineato che la Svizzera sta regredendo rispetto agli altri Stati sul fronte dei veicoli elettrici. Inoltre, a partire dal 2024, se l’esenzione dall’imposta sugli autoveicoli per le auto elettriche venisse abolita, si rischierebbe un aumento dei prezzi.
Andreas Burgener, direttore di Auto-Switzerland, Marcel Guerry, vicepresidente di Auto-Switzerland e amministratore delegato del Gruppo Emil Frey, e Donato Bochicchio, vicepresidente di Auto-Switzerland e amministratore delegato di Ford Svizzera, alla conferenza annuale. Foto: Media AGVS
jas. Un’indagine anonima condotta tra gli importatori di automobili e i membri di auto-suisse mostra che la quota di veicoli plug-in (auto interamente elettriche o ibridi plug-in) fra tutte le nuove autovetture potrebbe raddoppiare ancora una volta entro la fine del 2025 dal 25,9% registrato nel 2022. «Il 2023 è iniziato bene e la situazione delle forniture sta migliorando sempre più dopo le difficoltà della pandemia di COVID e lo scoppio della guerra in Ucraina. Ciò si ripercuote positivamente anche sulle quote di mercato dei motori elettrici» spiega Donato Bochicchio, vicepresidente di auto-suisse e Managing Director di Ford Svizzera. «Dopo due mesi il numero di nuovi furgoni elettrici è superiore di due terzi rispetto all’anno precedente».
La Svizzera è al nono posto in Europa
Buone notizie sulle possibili sanzioni per il CO2. Dalla conferenza annuale dell’associazione di importatori auto-suisse non giungono tuttavia solo note positive. Nel confronto europeo delle quote di mercato dei veicoli plug-in, infatti, nel 2022 la Svizzera è scivolata al nono posto nonostante i modelli elettrici non manchino. «Nel 2018 quelli presenti negli showroom erano 60, oggi sono quasi 200. L’industria automobilistica ha così fatto la sua parte nel ridurre le emissioni di CO2 mettendo a disposizione i prodotti necessari» ha proseguito Bochicchio. L’investimento miliardario dei costruttori, tuttavia, non servirà a nulla senza le condizioni quadro necessarie a mettere i veicoli elettrici in circolazione. Secondo auto-suisse è il momento di agire.
Marcel Guerry, Andreas Burgener e Donato Bochicchio (da sinistra a destra) hanno risposto alle domande.
Una tassa di circolazione del 4% per i veicoli elettrici?
«La Svizzera non applica praticamente misure di promozione generalizzate, come i premi all’acquisto, di cui godono molti dei nostri vicini» spiega Marcel Guerry, vicepresidente di auto-suisse e direttore Svizzera del gruppo Emil-Frey. auto-suisse ha accolto positivamente la decisione del Consiglio federale di revocare i piani per limitare l’uso privato di veicoli elettrici in caso di carenza di energia, esattamente come ha fatto per i 100 km/h sulle autostrade. C’è il rischio tuttavia che i concessionari di auto e i garagisti si trovino in difficoltà: l’esenzione dalla tassa del 4% sugli autoveicoli per l’importazione di energia elettrica dovrebbe essere abolita a partire dal 2024. Ciò potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi e bloccare l’interesse per le soluzioni elettriche.
52,6% di autocarri elettrici e a celle a combustibile
Nonostante tutto, nei veicoli commerciali leggeri e pesanti si sta registrando una forte crescita dei motori elettrici. I membri di auto-suisse stimano che la quota di mercato dei furgoni a emissioni zero potrebbe aumentare dall’attuale 10% al 23,3% entro la fine del 2025. Anche per gli automezzi pesanti si ipotizzano tendenze analoghe. «La domanda di trasporti sostenibili aumenterà creando una corrispondente domanda di operatori a emissioni zero» spiega Andreas Burgener, direttore di auto-suisse. Si calcola pertanto che nel 2030 gli autocarri elettrici e a celle a combustibile rappresenteranno addirittura il 52,6%.
Marcel Guerry (al centro) e Andreas Burgener (a destra) rispondono alle domande dei giornalisti.
Le condizioni quadro devono essere adeguate
L’elettrificazione non può tuttavia essere autogestita. Marcel Guerry: «Gli importatori non vanno lasciati soli, hanno bisogno di condizioni quadro adeguate. Il mondo politico formula regolarmente richieste, ora sta a noi presentare richieste al mondo politico». auto-suisse vuole pertanto che il Consiglio federale mantenga l’esenzione dei veicoli elettrici dalla tassa automobilistica oltre il 2023 e garantisca un approvvigionamento energetico affidabile e prezzi energetici attraenti. È inoltre il momento di occuparsi del rapido sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, che deve essere accompagnato da prezzi trasparenti e facili modalità di pagamento. «Mancano stazioni di ricarica pubbliche» ha affermato Guerry. «L’infrastruttura non può competere con il crescente parco di veicoli plug-in. Nel 2022 per i 174 749 veicoli plug-in erano a disposizione 9152 stazioni di ricarica, con un rapporto di 1:19».
L’importanza di un’alimentazione elettrica a prezzi vantaggiosi
I consumatori privati vanno indotti a puntare sulla mobilità elettrica tanto quanto le imprese che utilizzano veicoli commerciali. Conseguire gli ambiziosi obiettivi di mercato significa pertanto anche creare condizioni quadro e incentivi adeguati. Per raggiungere entro il 2025 l’obiettivo del 50% di autovetture, un quarto di furgoni e un sesto di autocarri plug-in è necessaria una maggiore infrastruttura di ricarica pubblica e privata, anche e soprattutto per i veicoli commerciali, al pari di un’alimentazione elettrica affidabile e conveniente. «Per il carburante sono previste scorte obbligatorie per quattro mesi e mezzo. Ma cosa ne è delle riserve di energia per i veicoli elettrici?» chiede retoricamente Andreas Burgener. Non c’è bisogno di aumentarne il prezzo, cosa che avverrebbe senza l’esenzione dalla tassa automobilistica a partire dal 2024. «Dobbiamo liberare i clienti da timori nei confronti della mobilità elettrica. E poter spiegare loro dove e come caricare, altrimenti non sbloccheremo la situazione» conclude Donato Bochicchio.
Donato Bochicchio (a sinistra) spiega i dettagli dell'infrastruttura di ricarica necessaria.
Andreas Burgener, direttore di Auto-Switzerland, Marcel Guerry, vicepresidente di Auto-Switzerland e amministratore delegato del Gruppo Emil Frey, e Donato Bochicchio, vicepresidente di Auto-Switzerland e amministratore delegato di Ford Svizzera, alla conferenza annuale. Foto: Media AGVS
jas. Un’indagine anonima condotta tra gli importatori di automobili e i membri di auto-suisse mostra che la quota di veicoli plug-in (auto interamente elettriche o ibridi plug-in) fra tutte le nuove autovetture potrebbe raddoppiare ancora una volta entro la fine del 2025 dal 25,9% registrato nel 2022. «Il 2023 è iniziato bene e la situazione delle forniture sta migliorando sempre più dopo le difficoltà della pandemia di COVID e lo scoppio della guerra in Ucraina. Ciò si ripercuote positivamente anche sulle quote di mercato dei motori elettrici» spiega Donato Bochicchio, vicepresidente di auto-suisse e Managing Director di Ford Svizzera. «Dopo due mesi il numero di nuovi furgoni elettrici è superiore di due terzi rispetto all’anno precedente».
La Svizzera è al nono posto in Europa
Buone notizie sulle possibili sanzioni per il CO2. Dalla conferenza annuale dell’associazione di importatori auto-suisse non giungono tuttavia solo note positive. Nel confronto europeo delle quote di mercato dei veicoli plug-in, infatti, nel 2022 la Svizzera è scivolata al nono posto nonostante i modelli elettrici non manchino. «Nel 2018 quelli presenti negli showroom erano 60, oggi sono quasi 200. L’industria automobilistica ha così fatto la sua parte nel ridurre le emissioni di CO2 mettendo a disposizione i prodotti necessari» ha proseguito Bochicchio. L’investimento miliardario dei costruttori, tuttavia, non servirà a nulla senza le condizioni quadro necessarie a mettere i veicoli elettrici in circolazione. Secondo auto-suisse è il momento di agire.
Marcel Guerry, Andreas Burgener e Donato Bochicchio (da sinistra a destra) hanno risposto alle domande.
Una tassa di circolazione del 4% per i veicoli elettrici?
«La Svizzera non applica praticamente misure di promozione generalizzate, come i premi all’acquisto, di cui godono molti dei nostri vicini» spiega Marcel Guerry, vicepresidente di auto-suisse e direttore Svizzera del gruppo Emil-Frey. auto-suisse ha accolto positivamente la decisione del Consiglio federale di revocare i piani per limitare l’uso privato di veicoli elettrici in caso di carenza di energia, esattamente come ha fatto per i 100 km/h sulle autostrade. C’è il rischio tuttavia che i concessionari di auto e i garagisti si trovino in difficoltà: l’esenzione dalla tassa del 4% sugli autoveicoli per l’importazione di energia elettrica dovrebbe essere abolita a partire dal 2024. Ciò potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi e bloccare l’interesse per le soluzioni elettriche.
52,6% di autocarri elettrici e a celle a combustibile
Nonostante tutto, nei veicoli commerciali leggeri e pesanti si sta registrando una forte crescita dei motori elettrici. I membri di auto-suisse stimano che la quota di mercato dei furgoni a emissioni zero potrebbe aumentare dall’attuale 10% al 23,3% entro la fine del 2025. Anche per gli automezzi pesanti si ipotizzano tendenze analoghe. «La domanda di trasporti sostenibili aumenterà creando una corrispondente domanda di operatori a emissioni zero» spiega Andreas Burgener, direttore di auto-suisse. Si calcola pertanto che nel 2030 gli autocarri elettrici e a celle a combustibile rappresenteranno addirittura il 52,6%.
Marcel Guerry (al centro) e Andreas Burgener (a destra) rispondono alle domande dei giornalisti.
Le condizioni quadro devono essere adeguate
L’elettrificazione non può tuttavia essere autogestita. Marcel Guerry: «Gli importatori non vanno lasciati soli, hanno bisogno di condizioni quadro adeguate. Il mondo politico formula regolarmente richieste, ora sta a noi presentare richieste al mondo politico». auto-suisse vuole pertanto che il Consiglio federale mantenga l’esenzione dei veicoli elettrici dalla tassa automobilistica oltre il 2023 e garantisca un approvvigionamento energetico affidabile e prezzi energetici attraenti. È inoltre il momento di occuparsi del rapido sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, che deve essere accompagnato da prezzi trasparenti e facili modalità di pagamento. «Mancano stazioni di ricarica pubbliche» ha affermato Guerry. «L’infrastruttura non può competere con il crescente parco di veicoli plug-in. Nel 2022 per i 174 749 veicoli plug-in erano a disposizione 9152 stazioni di ricarica, con un rapporto di 1:19».
L’importanza di un’alimentazione elettrica a prezzi vantaggiosi
I consumatori privati vanno indotti a puntare sulla mobilità elettrica tanto quanto le imprese che utilizzano veicoli commerciali. Conseguire gli ambiziosi obiettivi di mercato significa pertanto anche creare condizioni quadro e incentivi adeguati. Per raggiungere entro il 2025 l’obiettivo del 50% di autovetture, un quarto di furgoni e un sesto di autocarri plug-in è necessaria una maggiore infrastruttura di ricarica pubblica e privata, anche e soprattutto per i veicoli commerciali, al pari di un’alimentazione elettrica affidabile e conveniente. «Per il carburante sono previste scorte obbligatorie per quattro mesi e mezzo. Ma cosa ne è delle riserve di energia per i veicoli elettrici?» chiede retoricamente Andreas Burgener. Non c’è bisogno di aumentarne il prezzo, cosa che avverrebbe senza l’esenzione dalla tassa automobilistica a partire dal 2024. «Dobbiamo liberare i clienti da timori nei confronti della mobilità elettrica. E poter spiegare loro dove e come caricare, altrimenti non sbloccheremo la situazione» conclude Donato Bochicchio.
Donato Bochicchio (a sinistra) spiega i dettagli dell'infrastruttura di ricarica necessaria.
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